I Comuni turistici chiedono di rivedere le regole del riparto del fondo di solidarietà, Fsc. A farsi portavoce della protesta è l’Uncem che riapre il tema della distribuzione dei circa 6 miliardi del Fsc che da anni fa molto discutere gli amministratori locali. In base al sistema attuale, gli enti caratterizzati da un’elevata concentrazione di seconde case sono fortemente penalizati sul piano finanziario.

 

Ad intervenire sulla questione è il presidente della XV Comunità Montana Valle del Liri Gianluca Quadrini che afferma: ”Si tratta perlopiu’ dei comuni montani piccoli che alimentano le casse dei municipi piu’ grandi, i quali ricevono notevoli trasferimenti da parte dello dello Stato. Versano migliaia di euro l’anno all’erario senza ricevere nulla. Questo non mi sembra affatto opportuno”.-dichiara Quadrini- “ Anche perché chi incassa piu’ tasse, come ad esempio i comuni turistici, riceve meno fondo. Una situazione francamente ingiusta anche perché quelle tasse dovrebbero servire a finanziare servizi. In particolare i comuni del sud sono i piu’ penalizzati, compresa la nostra regione, il Lazio.I piccoli comuni, anche del nostro territorio, negli ultimi anni hanno visto decrescere le risorse disponibili, sia per il massiccio taglio di trasferimenti statali, sia anche e soprattutto a causa della costante migrazione della popolazione verso i centri piu' grandi, in ragione delle condizioni disagiate di vita in tali comuni, in una sorta di circolo vizioso che, nella gran parte dei casi, ancora purtroppo non si è riusciti a spezzare. Il problema non deve essere ignorato dalla politica, ora piu’ che mai”.

Questo accade perché il sistema di finanziamento dei comuni è stato profondamente modificato dal dlgs 23/2011, prevedendo la soppressione dei trasferimenti erariali ai comuni attraverso la loro sostituzione con tributi propri e compartecipazioni. Tali risorse sono inizialmetne confluite nel c.d. fondo sperimentale di riequilibrio che a partire dal 2013 è stato sostituito dal fondo di solidarietà comunale. Il punto di svolta di questa evoluzione è rappresentato pero’ dall’art.13 del dl 201/2011 c.d. decreto Salva Italia il quale modificando il precedente ha previsto l’anticipazione in via sperimentale dell’imposta municipale propria Imu rendendola applicabile già nel 2012 ed estendendola all’abitazione principale. Lo stesso art.13 al comma 11 riservo’ allo Stato una quota Imu pari alla metà dell’importo calcolato applicando l’aliquota base 0,76% alla base dell’imponibile di tutti gli immobili ad eccezione dell’abitazione principale nonché dei fabbricati rurali ad uso strumentale. Ma soprattutto occorre richiamare il comma 17 dello stesso art.13, ai sensi del quale le spettanze comunali ‘variano in ragione delle differenze del gettito stimato ad aliquota di base derivanti dalle disposizioni di cui al presente articolo’.

 

“Al posto di beneficiare di risorse i comuni piu’ poccoli specie quelle interni versano allo Stato migliaia di euro. Fa bene Uncem ad aver chiesto in sede di commissione finanze alla Camera dei Deputati di rivedere interamente il sistema delle imposte locali all’interno di una efficace riforma degli enti locali”.-conclude Quadrini.

 

Ufficio stampa

Gianluca Quadrini

Poresidente XV Comunità Montana Valle del Liri


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