L’interessante editoriale del direttore Dario Facci ha portato alla ribalta i tagli effettuati sulle comunità montane, sulle Province, sul Corpo Forestale e su tutti i presidi necessari alla difesa e tutela del territorio.
Tutto è cominciato nel 2007 con il famoso libro “La casta” di Rizzo e Stella che, attaccando i costi della politica, cominciava nelle prime pagine proprio con le Comunità montane, citando il caso di un Comune posto a ben 39 metri sul livello del mare inserito in una Comunità montana pugliese.
Il grande successo mediatico del libro e la superficialità con cui spesso vengono affrontati i problemi hanno fatto sì che le Comunità montane passassero in brevissimo tempo da riconoscimenti ufficiali di “buon governo” a simbolo degli enti inutili e degli sprechi della politica. Ma chi legge le statistiche dell’ISTAT sulle spese degli Enti locali e sul tipo di azioni compiute? Se qualcuno volesse farlo potrebbe scoprire che gli interventi tutt’altro che inutili delle Comunità montane hanno sempre riguardato priorità essenziali del territorio quali difesa del suolo, assetto idrogeologico e forestale, viabilità locale, agricoltura, prevenzione incendi boschivi, ecc. Lavoro che nessun altro ente è in grado di raccogliere.
“Oggi le Comunità montane –dichiara il presidente della XV Comunità montana Valle del Liri Gianluca Quadrini- pur diventate Unione di Comuni sono una sorta di ‘agenzie di sviluppo’ per il loro territorio, cosa che potrebbe ipotizzarne il rilancio. Ma sono in difficoltà, soprattutto economiche.  I tagli operati a questi enti non hanno portato alcun risparmio, perché abolendo strumenti vitali per fornire i servizi alla cittadinanza, hanno creato proprio danni enormi a quest’ultima che ora sta pagando il conto. Un conto molto caro. Noi lo abbiamo sempre detto e sostenuto: i tagli sarebbero stati deleteri per tutti. E così è stato”.
“Così mentre il nostro territorio boschivo brucia, e con esso le bellezze paesaggistiche che ci rendono unici nel Paese, tutte le storture e i ritardi della riforma Madia vengono a galla. Tagli fatti in nome della semplificazione, che non ha tenuto conto delle prevedibili complicazioni che si sarebbero verificate. E che puntualmente sono emerse in tutta la loro evidenza proprio nel momento della verità. Se aggiungiamo la soppressione degli enti Provincia e della Guardia Forestale constatiamo inevitabilmente che si è indebolita quell’opera di presidio e prevenzione sul territorio rurale e montano. Il tutto a discapito di chi in quelle zone ci vive”.
“Le difficoltà evidenti nella gestione e negli interventi, il depotenziamento del corpo della Forestale, degli Enti montani e delle Province è tra le cause principali dei roghi. Purtroppo. Sulle Comunità montane si sono riposte molte speranze e chi ha saputo ben amministrare ha dato una immagine complessivamente positiva. A proposito di incendi, l’organizzazione di una rete di prevenzione con l’ausilio di Squadre di Guardie ambientali inviate in supervisione sui nostri territori, ci sta permettendo di monitorare la situazione attuale. Cosa non da poco”.

Arce, 3 settembre 2017


Ufficio stampa
Gianluca Quadrini
Presidente XV Comunità montana


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