I social media al giorno d’oggi sono essenziali per favorire gli scambi commerciali,  incrementare leamicizie virtuali, e per le aziende aumentare   la visibilità su internet. E’ il Dott. Piero Iafrate, docente di comunicazione e mediazione civile, che ha condotto uno studio sui social a spiegarequanto segue:" L’utilizzo di smartphone e tablet  è diventato molto comune, tanto che si puòaccedere da qualunque parte del mondo e in qualunque situazione.

L’iscrizione sui social da partedi una persona aumenta senza dubbio la sua visibilità, aiuta a farsi conoscere da un ampio bacinodi utenti interessati e comporta maggiori opportunità per incrementare le proprie relazioni virtuali.
Ma come tutte le cose... il troppo storpia. Siamo sempre più assenti in famiglia, sul lavoro, nellerelazioni sociali, concentrati a twittare o a commentare vari post su facebook.   Una sorta didipendenza   che   crea   soprattutto   tra   i   più   giovani,   ansia,   irritabilità   e     tristezza.  Comedisintossicarsi? Forse   un   uso   moderato,   consapevole     e   disciplinato   potrebbe   essere   un   primo   passo.
Con la Prof.ssa Liliana Dell'Osso, scienziata, direttore della Clinica Psichiatrica di Pisa, edirettore della Scuola di specializzazione in Psichiatria dell'università di Pisa, abbiamo condottouno studio che vorremmo presentare a DICEMBRE 2017,  presso la XV Comunità Montana Valle
del   Liri  di  Arce  in  occasione  della  Giornata  Nazionale   della   Comunicazione.  Evento molto fortunato e che  lo scorso anno ha riscosso un gran successo".
La Prof. Liliana Dell’Osso dichiara:"L’uomo  è  un   animale  che  sviluppa  facilmente  dipendenza, cosa   che,   di   per   sé,   non   è   un   male,   anzi,   è   un   meccanismo   fisiologico,   adattativo,   che   ha contribuito alla sopravvivenza della specie. Siamo dipendenti dalle nostre abitudini, dal cibo e persino dalle persone che amiamo. Questa attitudine, però, diventa patologica quando i pensierisull'oggetto   da  cui  dipendiamo   diventano  intrusivi  e  trasformano  quello  che   era   un  piacevoleaspetto della vita in una necessità imprescindibile, al centro dei nostri interessi, in un pensieroossessivo di cui non siamo in grado di liberarci: che si tratti di comportamenti maladattivi (giocod'azzardo,shopping)  o  di   sostanze   (alcol,   droghe),  si  tenderà   a   farne   un   uso   crescente   fino  a cadere nell'uso patologico.
Naturalmente si diventa dipendenti da ciò di cui possiamo disporre. La dipendenza dall’alcol èantica   quanto   il   mondo   perché   le   bevande   alcoliche   sono   state   scoperte   assai   presto,   mentre quella   da   sostanze   “esotiche”   esiste   solo   da   quando   sono   iniziati   i   grandi viaggi   che   hanno permesso   di   scoprirne   l’esistenza   e   il   potenziale   economico.   La   società   del   benessere   è caratterizzata da molte dipendenze che nascono dall’abbondanza di invenzioni, di scoperte e di merci circolanti: non sappiamo più muoverci senza l’auto e siamo vittime dello
shopping. Negli ultimi vent’anni qualcosa di assolutamente nuovo è entrato nelle nostre vite, si sono residisponibili strumenti elettronici molto versatili, capaci di connetterci e interagire, tramite ilweb, con tutto il mondo in tempo reale. Si tratta di dispositivi che, dandoci la possibilità di soddisfare
tutte,   o   quasi,   le   nostre   esigenze   e   i   nostri   capricci,   hanno   inevitabilmente   creato   un   nuovo disturbo,  la  dipendenza  da  internet.
Al  pari  di  ogni  altra  dipendenza, la  rete  diventa  il  perno della   vita   del   soggetto,   che   sviluppa   sintomi   cognitivi   e   comportamentali,   quali   bisogno incontrollato   di   aumentare   il   numero   di   ore   trascorse online, irritabilità   o   disforia   se   si è interrotti,   sintomi   di   astinenza   (irritabilità,   ansia,   tristezza)   in   mancanza   dell'uso.   Col   tempo l'attivitàonline smette   di   essere   fonte   di   piacere   ma,   pur   desiderandolo,   l’utente   non   sarà   ingrado di cessarla, con gravi ripercussioni sulla vita sociale e lavorativa (divorzio, interruzione
degli studi, licenziamento).La gravità di questa nuova dipendenza è emersa tragicamente intorno agli anni 2000, quando alcuni giovani videogiocatori asiatici morirono per essere rimasti più giornionline,rinunciando a mangiare e dormire pur di non interrompere l'attività al computer. Circa dieci anni dopo, il disturbo da gioco su internet entrava nella classificazione dei disturbi mentali quale modalità digioco eccessiva e prolungata (anche più di 10 ore al giorno).
Molte   sono   le   trappole   della   rete,   complici   l'anonimato,   la   facile   accessibilità,l'immediatezza   della   ricompensa   –in   un   "click"!–   come   loshopping compulsivo online, la cybersex addiction e, non ultimi, i social network, che sembrano ormai il canale privilegiato per mantenere i contatti sociali tanto che è considerato disadattivo il loro non uso. Per non parlare della funzione di gratificazione e di stimolo del “mi piace” di Facebook o dei  follower  di Twitter,che inducono ad aumentare i contenuti condivisi, e a spendere sempre maggior tempoonline. Le relazioni   tra   utenti   di   queste   piattaforme   sono,   erroneamente,   ritenute   prive   di  ripercussioni sulla vita reale,  meno dannose, tanto che  si può arrivare a preferire  a  quelle reali le  amicizie virtuali che rappresentano invece un reale isolamento".

Estremanete soddisfatto il presidente della XV Comunità Montana di Arce ing. Gianluca Quadrini per queste opportunità innovative che l'ente montano continua a portare avanti con sinergia. "Visto l'enorme successo ottenuto lo scorso dicembre in occasione della Giornata nazionale della Comunicazione -dichiara Quadrini- con un percorso formativo organizzato per tutti coloro che per lavoro o anche solo per passione e curiosità desideravano imparare nuove tecniche alternative per la risoluzione dei conflitti, fuori dai metodi tradizionali, abbiamo deciso di replicare. Quest'anno punteremo su un'argomento attualissimo qual'è l'uso dei social, la loro importanza ed influenza ma anche i pericoli che gli stessi celano, affinchè le nuove generazioni siano consapevoli e ne facciano buon uso, diffondendone le giuste emozioni e valori di comunicazione. La conversazione è rilevante per la nostra società, essendo l'aspetto migliore dell'attuale globalizzazione, a patto che rispetti sempre, in primis, la Persona".

Arce, 25 agosto 2017

Ufficio Stampa
Gianluca Quadrini
Presidente della XV Comunità Montana

Piero Iafrate
Docente Comunicazione e Mediazione civile


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