Scompare la classe operaia e la piccola borghesia, aumentano le diseguaglianze tra le classi sociali in un Paese a prevalenza di impiegati e pensionati. Con i giovani che per lo più restano a casa con i genitori fino a 35 anni, anche perché l’aumento dell’occupazione di questi ultimi mesi ha riguardato principalmente le fasce d’età più adulte. Ecco l’immagine tracciata dal nuovo rapporto annuale dell’Istat, che evidenzia anche come in Italia nel 2016 si contano circa 3 milioni 590 mila famiglie senza redditi da lavoro, ovvero dove non ci sono occupati o pensionati da lavoro.

“La crescente complessità del mondo del lavoro attuale ha fatto aumentare le diversità non solo tra le professioni ma anche all’interno degli stessi ruoli professionali, acuendo le diseguaglianze tra classi sociali e all’interno di esse. Il fatto più grave è che quasi sette giovani under 35 su dieci vivono ancora nella famiglia di origine. Nonostante le pretese del Governo di aver imboccato la strada inesorabile e incontrovertibile della ripresa i dati reali dicono tutt’altro e testimoniano che l’Italia non è in grado, oggi, di dare garanzie di un futuro sicuro ai nostri giovani”

“Così la lettura dei dati ci consegna indicatori preoccupanti che smentiscono Gentiloni e allo stesso tempo richiedono risposte immediate. Per questo diciamo basta falsità e strumentalizzazioni. Per affrontare il problema ancora gigantesco della disoccupazione e il tema dell’occupazione povera precaria e intermittente è necessario ripartire da due principi: affermazione di nuovi diritti e tutele sociali per tutto il mondo del lavoro e introduzione di una vera misura di reddito minimo nel nostro Paese”.

Frosinone, 18 maggio 2017

Ufficio stampa

Gianluca Quadrini

Capogruppo provinciale di Forza Italia


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