Dal 2001 al 2016 nel sistema sanitario regionale abbiamo perso il 10% della forza lavoro. Quasi il doppio della media nazionale. Una contrazione del personale dipendente sanitario fra medici, infermieri e operatori che lascia riflettere. Pochi concorsi e procedure lente rappresentano poi il paradosso: mancano i vincitori di concorsi per procedere alle assunzioni programmate. Nel Lazio a oggi entrano nella fascia d’età 58-67 oltre 17.500 persone, tutti destinati a uscire nei prossimi 10 anni, come denuncia la Fp Cgil di Roma e Lazio. Sempre nel 2016, i dati ci mostrano mediamente un operatore di supporto ogni 13,5 infermieri nella Regione Lazio, mentre nella Regione Friuli Venezia Giulia tale rapporto è di un operatore di supporto ogni 2,5 infermieri.

 

Sull’argomento torna a far sentire la propria voce il consigliere provinciale, nonché presidente della XV Comunità Montana Valle del Liri di Arce ing.Gianluca Quadrini,particolarmente attento alla questione sanità, che dichiara:”Le criticità della sanità regionale e provinciale legate alla carenza di personale delle strutture sanitarie, non possono essere rimandate ulteriormente, nonostante gli ultimi annunci trionfalistici provenienti da più fronti istituzionali specie di chi oggi amministra la Regione. Quantificare in cinquemila le ipotetiche assunzioni di lavoratori nella sanità dal 2019 in poi credo sia un calcolo al ribasso che non tiene conto della grave perdita di personale che c’è stata negli ultimi 15 anni a causa del blocco del turnover, e che in futuro si aggraverà grazie ai pensionamenti.”

Si stimano, infatti, circa oltre il 40% di potenziali fuoriuscite ulteriori nei prossimi 5 anni a fronte di possibili assunzioni al 20% degli attuali organici. “A rendere ancor più critica la situazione –continua Quadrini- sarà il periodo estivo, con le relative ferie dei dipendenti, già ridotti all’osso e costretti a prolungamenti orari per coprire i servizi. Nel prossimo triennio in tanti usciranno dal sistema sanitario regionale e le assunzioni previste non compenseranno le uscite. Dal 2018 al 2020 pressoché ovunque i nuovi ingressi saranno inferiori alle perdite del triennio, senza contare la lentezza delle procedure concorsuali, che non consentirà di prendere servizio in tempi brevi, mentre i pensionamenti andranno avanti nei prossimi mesi. Sui piani assunzionali siamo indietro: non solo non verrà recuperato quanto perso in 20 anni, ma le assunzioni programmate lasceranno comunque un saldo negativo, e non arriveranno in fretta.

Le proporzioni tra giovani e meno giovani devono essere ribaltate: solo con un’occupazione numericamente adeguata, giovane e qualificata sarà possibile rilanciare il sistema sanitario laziale e provinciale. Occorre procedere alle stabilizzazioni, investire maggiori risorse e accelerare i processi.

Non canti vittoria il presidente Zingaretti sull’uscita dal commissariamento della sanità del Lazio visto che i tanti anni di piano di rientro per tentare di riordinare i conti della sanità regionale li stanno pagando sulla propria pelle i lavoratori e i pazienti che, in termini di efficienza e qualità dei servizi alla salute, continuano a subìre gravi difficoltà”.-conclude il consigliere provinciale Quadrini.

Ufficio stampa
Gianluca Quadrini
Consigliere provinciale
Presidente XV Comunità Montana Valle del Liri