Quello dell’inquinamento nella Valle del Sacco è un problema che riguarda tutta la provincia di Frosinone, poiché si estende a macchia di leopardo dal nord a sud del territorio e nessun paese ne è escluso. Da anni cittadini, sindaci e comitati delle varie zone interessate premono affinché si cominci ad agire, ma da anni tutto continua a tacere.

Intanto, sversamento di sostanze tossiche,inquinamento del fiume e delle falde acquifere, presenza di polveri sottili oltre i livelli consentiti, vanno di pari passo con aumento di malattie cardiovascolari e tumori , come testimoniato da diversi studi effettuati dal Dipartimento Epidemiologico della Regione Lazio: il primo e più significativo riguarda una popolazione di circa 600 persone che vive in prossimità del fiume Sacco, dove è stata riscontrata la presenza di beta esacloro cicloesano. Questa popolazione , che si continua a monitorare nel tempo, risulta essere a rischio di patologie endocrine, cardiovascolari e neurologiche (Report 2013-2015 e Report 2010-2012 ).

Lo studio Sentieri di carattere nazionale (che focalizza l’attenzione su mortalità e incidenza di malattie oncologiche nei diversi SIN italiani), pubblicato dal Ministero della Salute insieme all’ISS (istituto superiore di Sanità) del 2011, ha incluso la Valle del Sacco come SIN evidenziando un incremento di tumori in particolare quello allo stomaco correlato con la presenza di industrie chimiche. Purtroppo il SENTIERI per la Valle del Sacco si è interrotto col primo studio, perché , per un lungo periodo, tale territorio è stato declassato a SIR (cioè sito di interesse regionale) , pertanto meritevole più di attenzione dal punto di vista sanitario.

C’è anche, da sottolineare come il nostro territorio non sia dotato di un registro tumori, cosa che limita molto gli studi oncologici, a differenza della maggior parte dei SIN che, essendo territori pericolosi per la salute, necessitano di tali strumenti per un controllo adeguato della popolazione.

Alcuni paesi hanno problemi essenzialmente con l’acqua, come Ceccano e Sgurgola dove sono stati eseguiti dei prelievi dal fiume e sono stati riscontrati metalli pesanti, pesticidi, beta esacloro cicloesano, arsenico, diossine,policloro fenili. In altri,il problema riguarda il suolo come Roccasecca, Colfelice con la Saf e con il Trattamento meccanico biologico, mentre nella zona del cassinate ci sono diversi sversamenti di fusti interrati nel tempo o a Frosinone c’è la discarica a cielo aperto di Via Le Lame. Senza dimenticare Radicina, che gode di ben 20.000 metri cubi di rifiuti di ogni specie depositati 20 anni fa e Casermette, una vecchia discarica comunale che emana continuamente esalazioni tossiche. Abbiamo poi l’ex cava di Cangiano che, stando agli atti, è tomba di migliaia di metri cubi di solventi, vernici ed altri materiali pericolosi. O ancora il bivio San Filippo o il Tratto Alta Velocità anche questi pregni di rifiuti nascosti.

Un capitolo a parte, merita l’inquinamento dell’aria: Frosinone risulta essere la seconda città italiana come concentranzione di polveri sottili (i killer silenziosi riconosciuti in tutto il mondo , soprattutto dall’OMS come correlati ad aumento di infarti, di tumori e patologie respiratorie).

Insomma una realtà rimasta a lungo celata, ma oggi è diventato praticamente impossibile nascondere il problema per via della crescita dei tumori e delle malattie registrate.

“Una gravità ambientale sulla quale non si può scherzare. –afferma il consigliere provinciale capogruppo di FI e presidente della XV Comunità Montana Ing.GianlucaQuadrini-.C’è tanto da fare sia in termini di bonifica dei siti contaminati che richiede tempi certo non brevi, sia di potenziamento della sanità con attenzione maggiore alle malattie che negli ultimi tempi vanno aumentando, come ci testimoniano gli studi eseguiti dalla Asl. Si tratta di dati scientifici concreti e quindi inconfutabili che devono indurre a riflettere e a fare di più di quanto si è fatto finora, perché è in ballo la salute di tutti noi.

Il nostro spirito di rivalsa, il nostro amore per una terra bellissima la Ciociaria ma sfruttata e violentata, la preoccupazione per la nostra salute e per quella dei nostri figli, non può tacere. È giunto il momento che la politica locale, provinciale, regionale e nazionale al di là degli steccati politici agisca concretamente in modo sinergico e faccia la propria parte nell'interesse del territorio. Io ci sono.”

Ufficio stampa

Gianluca Quadrini


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